E’ uscita ieri su Satisfiction questa splendida intervista di Sergio Rotino ai traduttori di Memorial Device, che mette in relazione la complessità della scrittura di Keenan e i temi del romanzo, ben più ampi di quello strettamente musicale. Sorretta dalla struttura polifonica del testo, la finzione è un espediente per non scadere nella nostalgia mitizzante; la memoria è il testimone della dialettica tra spreco e azzardo che ha caratterizzato forse non solo una scena, ma una generazione intera.
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